Graphik Tarocchi – 1992 Lo Scarabeo – Zoltan Tamassi – Vintage Rare
Descrizione
Zoltan Tamassi è sicuramente una delle più vive espressioni del cartellonismo ungherese. Egli dispone di una notevole capacità di sintesi e fa rivivere figure, oggetti e paesaggi attraverso cromatismi essenziali.
Anni di distacco comunicazionale tra Est e Ovest europeo hanno impedito lo sviluppo di innovazioni tecniche nel campo della stampa persino in nazioni come l’Ungheria e la Cecoslovacchia, da sempre protese verso il moderno. Anche l’uso della fotografia a colori, che non ha contaminato il libero segno grafico, unitamente alla mancanza di precise esigenze di vendita legate ai prodotti di massa, ha consentito ai cartellonisti dell’Est di abbandonarsi al disegno con fantasia, non vincolati dal marketing. Zoltan Tamassi ci restituisce proprio qui, nei suoi tarocchi, un mondo più magico, più divertente e direi anche più nuovo, ricco di forza poetica espressiva. I personaggi che Zoltan crea per illustrare i tarocchi sono simboli non afflitti dal tempo e offrono grande spazio all’immaginazione di chi li guarda.
Tamassi Zoltan nasce nel 1912 a Mezotur, una cittadina agricola del basso piano ungherese. Nel 1931 frequenta la Scuola Superiore di Arte Industriale ottenendone il diploma nel 1937. Contemporaneamente gioca nella squadra di calcio del FERENCVAROS, la più blasonata squadra d’Ungheria, nel ruolo di ala sinistra. Si appassiona molto a sport come l’automobilismo, il motociclismo e lo sci allo scopo di compensare la sua anima artistica, quel falso romanticismo che attanaglia chiunque viva nel mondo dell’arte. Nel 1937 è presente all’Expo di Parigi dove, nell’occasione della realizzazione di un grande pannello murale all’interno del padiglione ungherese, conosce il grande maestro Gyorgy Konecsni, al quale rimarrà per sempre legato. L’influenza di Konecsni, che nell’occasione dell’Expo’ vince il Grand Prix, rende l’attività di Tamassi meno saltuaria e più matura, tanto che, nel 1942, in piena guerra, riceve la consacrazione professionale con la presentazione dei suoi lavori sulla rivista di Monaco di Baviera, il famoso GEBRAUCHSGRAPHIK. Si tratta di uno dei maggiori riconoscimenti per un cartellonista di soli trent’anni. Verso la fine della guerra, in un campo di rifugiati, ma in realtà di oppositori al fascismo locale, ha l’occasione di conoscere Federico Garretto, noto caricaturista italiano, che si trovava in Ungheria per motivi di lavoro. Dopo la guerra, per chiunque si occupi di arte figurativa e grafica, lo Stato diventa l’unico datore di lavoro. Tamassi riesce, anche con questo presupposto, a lavorare con grande sensibilità artistica tanto da ottenere una decorazione al merito per il lavoro.
L’avvento del Realismo Socialista anche in Arte preclude successivamente l’evoluzione artistica e professionale di Tamassi, legato ad una grafica europea di ben più ampio respiro. Dopo alcuni anni di relativa emarginazione, grazie al rinnovamento politico ungherese, Tamassi ritorna ad essere una figura centrale nel mondo della Grafica dell’Est. Presenta i suoi lavori in collettive a Varsavia, Vienna, Berlino e Praga. Nel 1971 è nominato Professore all’Accademia della Belle Arti di Budapest dove insegna Grafica Applicata. Nel 1977 si svolge, finalmente, a Budapest, una grande mostra personale riassuntiva dell’opera dell’artista. Il nome di Zoltan Tamassi è presente nel Who’s Who in Graphic Art, volume secondo. La storia del manifesto ungherese, dalla prima apparizione nel 1885 ad opera del pittore Gyula Benczur fino ad oggi, è storia di grandi luci e di grandi periodi d’ombra. Il manifesto ungherese, di cui Zoltan Tamassi è uno dei protagonisti indiscussi, ha risentito delle varie tendenze dell’arte, soprattutto la pittura, ma si è conquistato presto un ruolo autonomo ed importante, nonchè un carattere particolare a livello europeo. In alcuni periodi sono prevalsi i manifesti pubblicitari (il Liberty di fine secolo), in altri quelli aziendal-commerciali (il tardo Liberty e il Decò nella versione un pò visionaria dell’Est europeo in auge tra le due guerre), in altri ancora è cresciuta la produzione del manifesto politico (1919, La Repubblica dei Consigli e gli anni ’50). Costante e qualificata è sempre stata la presenza del manifesto d’informazione sulla vita culturale nelle città e nei paesi.
Tamassi opera alla fine del periodo d’oro dell’iIlustrazione, collocabile tra le due guerre mondiali, ed è testimone di quelle che sono le caratteristiche peculiari del cartellonismo e dell’illustrazione ungherese e cioè l’individualismo ed il personalismo espressivo dei grandi maestri come Konecsni, Tamassi e Pinter. Nel caso di Tamassi è forte l’influenza espressionista, stemperata da quel gusto tardo decò Anni Trenta, che ricorre nelle forme plastiche, nel contrasto delle luci e dei colori, nell’equilibrio, a volte inquietante ed innaturale, delle composizioni. Le tempere di Tamassi sono comunque la testimonianza di un cartellonismo “di ricerca”, dai toni a volte violenti, in bilico tra il tragico ed il bizzarro, che affermano prepotentemente la superba cifra iconografica dell’artista e la volontà di emergere di una ” via nazionale” all’illustrazione. Il “Reali-smo Artistico” ostacolerà per qualche decennio l’evoluzione della grafica ungherese, isolandola dai fermenti dell’arte internazionale. Dagli anni ’70 si è formata una generazione di illustratori che, attraverso stili e tecniche diverse, sta lavorando per recuperare il tempo perduto. Il lavoro ed i consigli di un grande interprete come Zoltan Tamassi, divenuto insegnante all’Accademia di Belle Arti di Budapest, sono le fondamenta per la rinascita del Manifesto ungherese. Tamassi ha realizzato “GRAPHIK TAROCCHI” nell’estate del 1990, all’età di settant’otto anni. Il titolo di quest’opera è un omaggio alla grafica di ogni tempo e luogo.
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