Musicisti e Strumenti Musicali – Filippo Bonanni – 1985 – Il Meneghello – Vintage
Descrizione
Filippo Bonanni nacque a Roma nel 1658. Divenuto Gesuita, nel 1698 fu nominato curatore della celebre collezione di Attanasio kircher, conservata presso il Collegio dei Gesuiti.
Uno degli innumerevoli scritti del Kircher era un compendio, non troppo ortodosso, ad un’opera sulla musica intitolata “Musurgia Universale” (due volumi-anno 1650). Fu proprio attraverso questo lavoro, formato da notizie su un’innumerevole quantità di strumenti, che Bonanni trasse l’idea per serie d’il- lustrazioni pubblicate dallo stesso. Oltre la particolarità degli strumenti trattati, vi furono inclusi argomentazioni sulla storia naturale, l’architettura, nonché la storia di ordini religiosi, civili, militari e loro insegno. Il Gabinetto Armonico” stampato all’inizio del 1716 venne in seguito revisionato ed ampliato fino a raggiungere un’espansione nel 1723. La sua ristampa si ebbe a Parigi nel 1776 con una traduzione in francese che ne ridusse il commento originale del testo.
L’opera subì molte critiche da parte di numerosi storici ed esperti in strumenti musicali che, scan-dalizzati, la ritennero immeritevole, stravagante e poco professionale. Lo scopo del “Gabinetto Ar-monico” era quello di far conoscere alla società europea dell’epoca una forma di cultura o “scien- za dell’organologia” al di fuori degli schemi tradi- zionali. Il Bonanni vi riuscì in pieno, con cenni sulla storia originale e lo sviluppo di particolari strumenti musicali. Vi furono trattati ampiamente quelli folkloristici europei, naturalmente con una enfatizzazione particolare per quelli italiani, nonché riferimenti altri piccoli strumenti usati nei culti delle chiese cristiane orientli; nel tutto incluso, inoltre, anche un rimarchevole materiale extra eu-ropeo. Le sue fonti furono di svariate origini. Oltre al Kirker, altra base importante per gli scritti musicali del Bonanni fu il francese Marin Mersenne, filosofo e matematico, la cui “Marmonie Universe-le” del 1636-67 forni dettagliate notizie su sezioni strumentali.
Per questa ristampa delle tavole del “Gabinetto Armonico” data la sua complessità non si è neppure tentato di tradurre il commento originale dettagliato di allusioni e quotazioni. Gli autori, invece, hanno tratto lo spunto per l’accompagnamento, delle splendide 150 incisioni di Arnold von We-sterhout, la cui bellezza resta inalterata dopo ben 250 anni, nonostante le varie riproduzioni. Il tutto è solamente accompagnato da brevi note informa-tive. Anche se il testo del Bonanni conteneva errori rimarchevoli ed era assai discutibile per gli esperti è, tuttavia, da considerarsi un monumento, un po’ barocco, dedicato alle arti in genere e alla musica.
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