Il Mago è senza dubbio uno degli Arcani Maggiori più intrigati e più studiati in assoluto. Molti lo chiamano il Bagatto e la sua immagine è molto legata alla cultura italiana, specialmente quella medievale. In alcuni mazzi è rappresentato con le fattezze di un giocoliere, anche se il Mago non ha nulla a che fare con la giocoleria. Uno dei mazzi più popolari, i Tarocchi Marsigliesi, danno proprio questa impressione con il Bagatto.

Il suo costume sembra quello di un giullare, medievale-rinascimentale, il cappello in testa è molto grande ed afflosciato a tal punto che prende la forma del simbolo dell’infinito. Sul tavolo davanti a lui sono appoggiate delle coppe, dei coltelli ed i dadi, ed il Mago/Bagatto regge con fare piuttosto disinvolto una bacchetta con la mano destra. Dopo questa breve introduzione sul Mago in generale, con un accenno alla versione marsigliese, vediamo qui di seguito di andare più a fondo con il Mago nel mazzo Rider Waite.

 

Il Mago Raider Waite

Nel mazzo Raider Waite il Mago perde qualunque connotazione da giocoliere, non esistono possibilità di errore in questo caso. La figura è sempre in piedi, sempre dietro ad un tavolo, ma tutta la costruzione scenica è decisamente differente. Innanzitutto la figura del Mago sembra più quella di un sacerdote più che quella di un saltimbanco. L’ambientazione è spostata in un bellissimo giardino pieno di rose rosse e gigli bianchi.

Gli stessi colori dei fiori, rosso e bianco, vengono ripresi anche dall’abbigliamento del Mago: la tunica è infatti bianca mentre il mantello è rosso. Dal punto di vista simbolico il rosso rappresenta la passione, mentre il bianco la volontà. Non bisogna dimenticare che il Mago utilizza il suo potere a favore degli altri in maniera del tutto disinteressata.

 

La bacchetta del Mago

Molto interessante dal punto di vista dello spirito altruistico del Mago è proprio la sua bacchetta, uno degli elementi che maggiormente li caratterizzano. Infatti come ogni buon mago anche quello del mazzo dei Tarocchi usa la bacchetta, sorretta con la mano destra, come un catalizzatore di energie che arrivano dall’alto, da un’altra dimensione, dall’Universo, dal mondo metafisico.

La bacchetta serve per attirare l’energia, come un’antenna, e questa viene poi convogliata nel corpo del Mago e trasferita al nostro mondo attraverso l’altra mano, quella sinistra, che infatti esce dal suo indice che punta verso il basso. Il Mago è dunque soltanto un conduttore, non trattiene l’energia, ma la dona. Solo in questo senso il Mago può essere accomunato ad un’artista, ad un giocoliere, ad un creativo.

Questi ultimi infatti traggono energia dal mondo sottile, attraverso il loro talento e lo donano agli altri attraverso le loro opere. In loro non rimane nulla, solo il ricordo confuso di quel passaggio. L’ispirazione non è altro dunque che sapersi ben orientare per intercettare le energie e tradurle poi attraverso i propri talenti in realtà oggettiva.

 

Gli altri simboli

Sul tavolo del Mago troviamo i semi degli Arcani Minori: un bastone rappresenta il seme di Bastoni, un’alta coppa simboleggia ovviamente Coppe, una grossa medaglia d’oro con riportato una stella a 5 punte (pentacolo) rappresenta Denari o Pentacoli, la spada rimanda a Spade. Il rimando simbolico di Coppe, Spade, Bastoni e Denari è chiaramente ai 4 elementi, nell’ordine: Acqua, Aria, Fuoco e Terra. A questi ultimi si fanno risalire anche le iniziali ebraiche del nome più importante, che non dovrebbe essere pronunciato, quello di Dio: YHWH.

Sopra alla testa del Mago troviamo il simbolo dell’infinito, ovvero l’8 orizzontale. È la traduzione del cappello afflosciato del mazzo dei Marsigliesi, ma possiamo dire che è più esplicito: qui il simbolo è chiaro. Questo segno circolare rappresenta graficamente l’interconnessione tra ciò che è dentro e ciò che è fuori, tra ciò che è in alto e ciò che è in basso, tra ciò che è passato e ciò che ha ancora da venire.

Anche il serpente che funge da cintura per il Mago, e che gli stringe la vita, è un simbolo di cambiamento perenne. La carta del Mago è connessa al pianeta Mercurio che è simbolicamente legato al potere mentale, magico. Secondo alcuni Mercurio era per gli Egizi il dio Thot che era quella divinità che ha portato agli uomini le arti magiche. Una leggenda racconta anche che il mazzo dei Tarocchi non è altro che il libro di Thot, in geroglifico.

Mercurio è anche il patrono degli esoteristi e dell’ermetismo come evidenziato dal fatto che Ermes Trismegistus, “Ermete Trevoltemaestro” è Mercurio che ha preso forma umana. L’ermetismo fa discendere la sua etimologia proprio da Ermete, ecco dunque spiegato il ruolo dell’alchimista, del mago, di colui che ha a che fare con il mondo sottile e che cerca di utilizzarne il potere per gli altri.

 

I significati della carta del Mago

A questa carta sono legati significati molto importanti come la consapevolezza, la creatività, la trasformazione, lo studio della magia al fine di utilizzarla per un’evoluzione positiva.

Essendo la carta numero 1 rappresenta anche l’inizio, la volontà individuale, i buoni propositi all’inizio di un progetto. Quando questo Arcano si presenta in una stesa ci parla di tempi maturi per prendere decisioni importanti, di necessità di azione, di cambiare punto di vista. Il Mago aumenta il dinamismo della stesa e influenza di molto le altre carte: una carta negativa dopo il Mago non è buon segno, ma se la carta negativa arriva prima, il Mago la trasformerà in positiva.

Nel caso in cui la carta del Mago si presenti nella stesa in senso rovesciato le cose cambiano nettamente. Infatti in questi casi l’energia del Mago che egli canalizza con la bacchetta rimane intrappolata e non è più in grado di fungere da ponte e riversarla con il suo indice su di noi. I principali significati del Mago in posizione invertita sono: problemi di comunicazione, depressione, ansia, probabile malattia, stagnazione, assenza di azione. Tutti significati, come è facile intuire, legati ad un blocco, ad un mancato flusso di energia.

Non a caso il Mago invertito può simboleggiare anche la sfiducia degli altri nei nostri confronti, ma anche lo sconfinamento nell’arroganza e nell’abuso di potere.

 

 

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